CAMPI E PIANI, LE INQUADRATURE
No, non stiamo parlando di andare a zappare la terra con questo caldo, ma di goderci qualche bella inquadratura sui nostri schermi, chiusi in casa muniti di ventilatore o al mare.
I campi ed i piani infatti sono le varie inquadrature che vengono usate in ogni prodotto audiovisivo.

Campo Lunghissimo
Nel campo lunghissimo si vede solamente l'ambiente, il paesaggio, non appare visibile alcuna figura umana (se non come una formichina). Questa inquadratura viene effettuata per collocare un ambiente all'interno della vicenda filmica.

Campo Lungo
Nel campo lungo l'ambiente è ancora dominante, ma si intravede la figura umana e l'azione.
Questa inquadratura colloca i personaggi all'interno di un ambiente; l'azione è distinguibile ed è legata all'ambiente in cui si svolge.

Campo Medio
Nel campo medio l'ambiente è ancora molto presente, ma la figura umana diventa protagonista e l'azione è molto più evidente.

Totale (o Master Shot)
Una vista ampia che situa l’azione in un contesto fisico che lo spettatore può osservare nella sua totalità.

Figura intera
Inquadra una persona dalla testa ai piedi; si usa frequentemente nelle entrate, le uscite, o nel “parlare passeggiando” (seguendo un personaggio).

Piano americano
Nel piano americano l'attore è inquadrato dalle ginocchia alla testa; questo particolare tipo di inquadratura era molto utilizzata nei film western in cui era necessario inquadrare gli attori dalla testa alle pistole, che appunto scendevano sotto la cintura.

Piano medio (o Mezza Figura)
Mostra un personaggio dalla cintura in su; si usa specialmente per conversazioni tra due o tre personaggi.

Primo piano
Mostra un personaggio dalle spalle in su o dal petto in su; si usa per conversazioni più intime.

Primissimo piano
Mostra un personaggio dal collo in su; abitualmente si utilizza per catturare un aspetto di una conversazione intima o per svelare dettagli facciali.

Dettaglio (o Particolare)
Mostra un dettaglio di una persona (o di un oggetto), normalmente gli occhi, naso, bocca; può mostrare un sottotesto, ironia, falsità, o un’attività concreta, come truccarsi.
Conoscendo le varie inquadrature basiche per raccontare una storia filmandola, dobbiamo solo prendere una grande decisione che segnerà la riuscita finale del film: di chi è la storia?
In ogni pellicola domina un punto di vista, di solito quello del protagonista. Il punto di vista può anche cambiare all’interno di un film: il padrone di casa spia attraverso l’occhiello prima di aprire la porta principale e noi vediamo attraverso, con un tipo di ripresa chiamata “fisheye”; o una moltitudine di giornalisti aspetta il sindaco ed una camera a mano tremolante ci immerge all’interno della folla. Il punto di vista si divide in due categorie principali:
Un punto di vista oggettivo mostra avvenimenti da una prospettiva neutra e onnisciente. Tende ad usare tecniche convenzionali di camera e suono.
Un punto di vista soggettivo mostra avvenimenti dalla prospettiva di un personaggio specifico, con il fine di produrre empatia. L’angolo e l’altezza della posizione della camera riproducono ciò che il personaggio vede (per esempio uno sguardo dal basso per una persona sulla sedia a rotelle) o ciò che si sente (sfollamenti o oscillazioni che trasmettono una psiche fragile). Si possono usare anche variazioni nel suono, il colore e la luce.
-Emanuele Santi
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